Una vita da precario…

Questa è la pagina dedicata al racconto, breve o lungo che sia,alla poesia, alle emozioni, al pensiero in libertà.

Ospiterà  le  mie  riflessioni  e i  miei soliloqui, ma anche quelle di amici, scrittori e non, che vorranno onorami della loro “presenza”.

Segnalerò libri, articoli e link meritevoli di attenzione ed allo stesso modo pubblicherò  le segnalazioni che da voi mi perverranno.

Inizio, molto immodestamente, con un mio racconto breve vincitore di un concorso letterario, accompagnato da alcune critiche ed alcune recensioni a cui tengo molto e che per brevità non ripubblicherò. Chi volesse leggerle, le troverà a questo link: http://www.maestrovincenzo.com/?p=455

-“Mamma! Che ci fai qui?!? Come hai fatto a venire qui?”
– “Che ci fai tu qui? Non dovevi tornare a fare l’insegnante, come mi avevi promesso?
Perché continui a fare questo lavoro? Posso essere qui, stai tranquillo, ho i permessi necessari”….disse mentre si asciugava una lacrima.
Questo dialogo si svolgeva una, notte di estate del 1995 ,tra Elio (“una vita da precario”, si era ritenuta “spiritosamente” in dovere di pontificare una giovane giornalista rampante, il giorno in cui lo aveva intervistato durante una inchiesta anonima), e sua madre, morta sette anni prima, prematuramente, senza aver potuto vedere realizzato il sogno della SUA vita (e probabilmente di suo figlio Elio).
Era tornata per pochi minuti sulla terra da suo figlio, forse per davvero, forse solo nella testa e nel cuore di Elio. Compunta,umile e dimessa come sempre, bella e profumata come il pane caldo.
Lassu’ Le era stata concessa una deroga, una sorta di vacanza premio. Tra mille anni di Paradiso e rivedere cinque minuti il suo figliolo più sfortunato, aveva scelto quest’ultima possibilità.
Elio aveva superato da poco i quarant’anni. Sposato, due figli, un lavoro anonimo, a volte redditizio a volte da spararsi.
“ Non farò mai il rappresentante!”, aveva dichiarato diciottenne, quando in quegli anni ‘70, assieme ai capelli, crescevano le speranze di un futuro migliore, fatto di lotte, di sogni da realizzare , di spazi e certezze da conquistare…
Aveva finito per fare proprio il rappresentante….
Per necessità….. Per pigrizia…
Per diversi anni aveva espresso la sua creatività nella musica.
Era timido, si raggomitolava sulla chitarra, ma la mano volava, mordeva il manico, tirava le corde, che miagolavano armonie graffianti e penetranti… .
Era bravo, dicevano. Qualcuno, esagerando, lo considerava un vero talento.
Elio era incazzato, con se’ stesso e con tutto il mondo.
Poi, la normalità, che uccide la fantasia. Famiglia, figli, macchina, vacanze,ciao!
Ci facciamo una pizza? Ed il lavoro:
“Buongiorno! Sono l’Agente della ditta…..Ha mai pensato di…. Ha mai pensato di…”
Hai mai pensato di farla finita?
“Figlio mio: la promessa! Non tergiversare, come hai sempre fatto! La promessa!”
Elio, qualche mese dopo, rifece un Concorso, a quarantatrè anni, per ritornare ad insegnare.
Superò il concorso, ma nei quattro anni successivi furono immessi in ruolo poche unità (trentaduemila concorrenti, sedici posti…). Ne’ d’altronde Elio poteva accettare supplenze di qualche settimana: aveva comunque una famiglia di quattro persone a cui badare.
Deciso a rispettare la promessa, ripetè l’ultimo Concorso nel 1999. Prova scritta ampiamente superata.
Alla prova orale Elio si presentò con i suoi quarantasei anni, una borsa di pelle ed un vestito di lino. Un perfetto rappresentante: il rappresentante di sé stesso.
E’ molto difficile spiegare quello che successe. Elio, a distanza di anni, non riesce a conservare la calma.
L’approccio con la Presidente di Commissione non fu affatto buono. Elio fu scambiato per quello che non era (magari uno Statale presuntuoso, con il prurito del cambio di lavoro….vero, Presidente?). E fu punito, con sette punti di decurtazione (sette punti di sutura sarebbero stati molto meno dolorosi…).
Fu il Commissario di Inglese (…che cos’era quello strano profumo di pane?!?…) ad inseguire Elio che, sacramentando furibondo per i corridoi di una scuola anonima, aveva deciso di scappare via e di non proseguire più l’esame….
Elio proseguii.
Grazie…Commissario. A fine esame Il Commissario disse, ispirato, alla Presidente: “Dietro alle apparenze, dietro ogni persona, si nasconde una storia che spesso è la “Storia”.
Quel giorno Elio decise di affrontare la vita e di andare a prendersi il sogno. Consapevole che avrebbe atteso ancora anni per l’immissione in ruolo, lavorò con pazienza e con determinazione in altri ambiti, sino al 2005, quando una malattia voleva portarselo via.
Sua madre si giocò altri mille anni di Paradiso ed Elio guarì. Cominciò ad accettare supplenze.
“Dove sei stato tutti questi anni?”, era il refrain che si sentiva ripetere da colleghi e dirigenti.
Non rispondeva: aveva voglia di riprendere la chitarra, di tirare e martirizzare le corde miagolanti…
Oggi Elio è in ruolo, dal 2007. Sette anni, gli sono costati quei sette punti.
Insegna in una piccola scuola di provincia.
E’ felice, perché insegnare è la sua vita. E’ amato da piccoli e grandi.
Ha portato nella scuola la sua vita e la sua esperienza. Ha portato la Musica, il Colore, i capelli bianchi, la gioia di vivere, l’amore ed il sorriso.
Quando passa nei corridoi si sente uno strano profumo di lavanda e di pane caldo………..
Ha portato con sé anche quella signora dai capelli bianchi che, in cambio di ogni giorno con suo figlio, rinuncia a mille anni di Paradiso…..
Enzo De Marco